Neuroscienze
Oltrefrontiera
Risorse |
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NEUROTEOLOGIA |
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P. Y. Brandt
F. Clément
R. R, Manning |
Neurotheologie: challendes and opportunities |
Schweizer
archiv fuer neur. and psych.2010, 161/8, 305-309 |
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La "neuroteologia si è imposta, negli
ultimi decenni come una sotto-disciplina delle neuroscienze.
L'articolo apre una discussione sul contributo che le neuroscienze
possono dare allo studio delle religioni, evitando tentazioni
riduzionistiche o apologetiche. |
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A. B. Newberg e altri |
The neuropsychological
correlates of forgiveness |
Forgiveness, Theory,
Research and
Practice, New York, 2000 |
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Vengono ripercorse e analizzate sul
piano neuropsicologico e comportamentale le tappe evolutive che
hanno portato allo sviluppo del concetto e della pratica del perdono
ed i vantaggi che esso presenta sul piano adattivo e
dell'integrazione sociale. Con il perdono l'individuo rinuncia a
restituire una offesa o un torto subito. Ciò costituisce un freno
alla escalation del comportamento vendicativo, fondato su una
eccessiva percezione dell'importanza del proprio Sé. |
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A. B. Newberg e altri |
Cerebral blood flow
during meditative prayer: preliminary findings and methodological
issues |
Perceptual and motor
skill, 2003,97, 625-630 |
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Risorse cerebrali attivate nelle diverse
forma di preghiera. Confronto tra le configurazioni neuronali
nel caso della meditazione buddista (di tipo prettamente visivo) e
preghiera cristiana che si manifesta in forme verbali. |
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F. Previc |
The role of the
extrapersonal brain systems in religious activity |
Consciousness and
cognition, 2006,15, 500-539 |
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Alla
ricerca della "casa degli dei"! Il cervello umano elabora 4 modalità con
cui rappresentare lo spazio attorno al soggetto. La quarta modalità
gestisce la rappresentazione dello spazio extrapersonale distale, un
tipo di spazialità estrovertita in cui viene collocata la casa degli
dei. Questo tipo di spazialità interviene anche nei sogni e nelle
allucinazioni ed è strettamente connessa al particolare incremento
espansivo del sistema dopaminergico nel cervello umano. |
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P. G. Milanesi |
Neurophilosophy and the
distal hyperuranic world:
Fred Previcʼs space of the gods (and of men) |
Functional Neurology,
vol XXIV - 3 |
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Approfondimenti e variazioni sulle tesi esposte in
"The role of the extrapersonal brain systems in religious activity"
di F. Previc. |
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A. G. D'Aquili
A. B. Newberg |
The
neuropsychological basis of religions,
or why God won't go away |
Zygon,
1998, 33/2, 187-201 |
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Perché gli dei non se ne ne vanno?
Nonostante il progresso del pensiero positivo, sperimentale,
scientifico, antimetafisico, che ha (almeno apparentemente)
soppresso antiche forme di pensiero di tipo magico o mitologico, il
concetto di Dio non è stato intaccato da questa rivoluzione. Questo
induce a pensare che esso assolva ad una funzione essenziale sul
piano evolutivo, indispensabile per reclutare risorse utili ad
alimentare strategie adattive e di sopravvivenza della specie umana. |
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M. A. Persinger |
On
possibility of directly accessing every human brain by
electromagnetic induction of fundamental algorytm |
Perceptual
motor skill,1995, 80, 791-799 |
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Le ricerche principali di Persinger sono
volte a stabilire l'esistenza di un rapporto diretto tra le
variazione dei campi magnetici terrestri (a seguito di terremoti o
altri cataclismi) e le particolari sollecitazioni cerebrali, in
particolare dei poli limbici e temporali, la cui stimolazione è in
grado di accentuare il trasporto mistico-religioso. Le "grandi
religioni" avrebbero quindi avuto origine in aree della terra dove
l'uomo era più esposto a questa attività geomagnetica. Persinger ha
cercato dei riscontri sperimentali a questa ipotesi attraverso un
impianto, l'elmetto di Persinger, in grado di stimolare
opportnamente i lobi temporali, generando nel soggetto sensazioni
simili alla esperienza di presenze ultraterrene |
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D. J. Bierman
D. I. Radin |
Anomalous
anticipatory response on randomized future conditions |
Perceptual
an motor skill, 1997, 84, 689-690 |
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Il
nostro sistema è in grado di reagire preventivamente ad eventi
futuri di origine prettamente casuale? Esiste il cosiddetto "sesto
senso"? Entro certi limiti, e come da successive riconferme
sperimentali, pare
di sì. In questo articolo si descrive uno dei primi esperimenti
effettuati. Sono stati testati 46 soggetti sottoposti ad una
sequenza di immagini in visione in parte a forte impatto emotivo, in
parte neutrale, con alternanza puramente casuale, monitorando nel
contempo le relative reazioni in termini di variazione dell'attività
elettrodermica (EDA). L'attività EDA che precede
l'esposizione a figure di forte impatto emotivo è diversa
dall'attività che precede l'esposizione a figure di contenuto
neutrale. |
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Y. Morishima
e altri |
Linking
brain structure and activation in temporoparietal junction to
explain the neurobiology of human altruism |
Perceptual
an motor skill, 1997, 84, 689-690 |
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In una pluralità di
ricerche è emersa una corrispondenza tra una particolare
conformazione della giunzione temporo-parietale dell'emisfero destro
(voluminosità, concentrazione di materia grigia ecc.) e
l'attitudine delle persone a prendersi più a cuore degli interessi
degli altri che non dei propri. Segnaliamo questo articolo,
particolarmente ampio, a titolo esemplificativo. I neuroscienziati
hanno promosso presso l'opinione pubblica questa loro scoperta,
sostenendo di avere individuato il "luogo dell'altruismo". La nostra
interpretazione, pur non contestando il giudizio nella sostanza,
sarebbe però un'altra, per cui riteniamo che gli effetti
strettamente morali, verificabili sul piano comportamentale, siano
piuttosto una conseguenza di un'altra funzione primaria del sistema
afferente alle aree interessate, assai più complessa, che
consiste principalmente nel contributo dato alla collocazione e
stabilizzazione dell'Io all'interno di una geografia ideale di
rapporti mondani. Secondo questa visione, l'altruista sarebbe un
egoista che ha "virtualmente" dislocato il proprio centro, il
proprio Io - in quanto sintesi virtuale del sistema - fuori di sé,
nel luogo dell'Altro. Di conseguenza, l'unica opportunità di
gratificare se stesso consiste nel dedicarsi
sistematicamente e compulsivamente alla cura dell'Altro. Il tema in oggetto
riguarderebbe dunque più propriamente "i confini dell'Io" e dovrebbe essere
trattato in correlazione con altre tematiche che riteniamo affini,
come ad esempio il misticismo o il perdono. Quando uno "perde e
stesso" - come si suole dire - prima o poi ritrova in Dio questa
sua sintesi perduta e, automaticamente, e si mette anche a
fare del bene al prossimo come l'Innominato manzoniano. La stretta connessione
tra amore per gli altri e amore di Dio, per cui l'una e l'altra cosa
vengono considerate assieme nella visione religiosa, contribuisce a
mettere in evidenza questo fondamento essenzialmente mistico dell'altruismo. |
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