..... Guarda come le cose
        tra loro distanti
        sono nella mente
        saldamente unite!

             (Parmenide)

GRUPPO DI STUDIO DI NEUROTEORETICA
E TEORIE DELLA MENTE

 

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NEUROFILOSOFIA

 

  G. Northoff
A. Heinzel
Neurophilosophie: eine begriffliche und methodische Carakterisierung Schweizer Archiv fuer neurologie und psychiatrie, 2001, 152/3, 114-122  
    Uno studio in cui gli autori tentano di definire il concetto di "neurofilosofia" e perciò implicitamente anche il rapporto tra filosofia e neuroscienze: in che misura è lecito utilizzare i risultati delle scoperte effettuate in campo neuroscientifico per modificare concetti e teoriche hanno storicamente assunto rilevanza filosofica, e viceversa quale ruolo può svolgere la filosofia e la teoria nella ricerca e nella terapia.
  P. S. Churchland Self-representation in nervous system Science, 2002, 296, 308-310  
    Secondo Cartesio il Sé non si identifica con il proprio corpo, ma con il puro pensiero. Cogito ergo sum! Ma già Hume osservò che non è possibile pensare a se stessi senza percepire uno stato d'animo, una emozione, un flusso di sensazioni visive, sonore ecc.  In questo articolo si cerca di scavare ulteriormente alla ricerca delle modalità con cui il sistema giunge a formasi una rappresentazione dinamica del proprio stato interno al fine di predisporre modelli comportamentali e cognitivi che consentano di valutare preventivamente le conseguenze delle proprie azioni nel mondo esterno .
  P. S. Churchland
T. J. Sejnowski
 
Neural representation and neural computation Philosophical perspectives, 1990, 4, 343-382  
    Un saggio di discreta ampiezza in cui si esplora, a partire da un background filosofico - che vede in primo piano la necessità di un superamento del dualismo cartesiano con le inevitabili  soluzioni "riduzionistiche" che ciò comporta -  le problematiche connesse ad un approccio di tipo computazionale ad un sistema di tipo rappresentativo e a dominanza simbolica. Si apre una discussione, di natura teorica e metodologica, circa le caratteristiche che dovrebbe avere un modello di analisi a base algoritmico-computazionale in sia in grado di utilizzare le più avanzate tecnologie informatiche per rappresentare la complessità del rapporto mente-cervello.
  N. Block Neurophilosphy or Philoneuroscience Science, 2003, 301, 1328-1329  
    Una critica abbastanza severa di Ned Block (uno dei più noti filosofi americani) alla collega Patricia Churchland, che per prima, con il suo libro "Neurophilosophy: towards a unified understanding of Mind-Brain", (1986),  lanciò nel campo della ricerca il termine "neurofilosofia". La critica di Block,abbastanza articolata e circostanziata, pur concentrata in sole due pagine, orbita attorno ad un argomento portante, ossia che la Churchland all'atto pratico, nella conduzione del suo piano di ricerca, finisce con il "rinunciare" alla filosofia, per appiattirsi su posizioni filoneurologiche.
  L. Palmer Kant and the brain N. D.  
    Una curiosa e interessante rivisitazione della complessa analisi filosofico-trascendentale kantiana, esposta nelle tre "Critiche", confrontata con i risultati sperimentali conseguiti dalla ricerca neuroscientifica.
  A. Nieder
S. Dehaener
Representation of number in the brain Annu. Rev. Neurosc. 2009, 32 185-208  
    Il cervello "quantitativo" è stato poco esplorato, nonostante esso contenga le risorse di base per i processi di astrazione. Il numero è un "non-qualia" e consente di operare categorizzazioni al più alto livello. Non è dunque casuale che la matematica abbia assunto una posizione di privilegio tra gli strumenti di conoscenza. Il "cuore" del cervello matematico, laddove nascono i processi di discriminazione numerica, si trova bilateralmente sui lobi parietali, in particolare nel solco interparietale, in un'area che si trova in comunicazione sia con i lobi frontali - che svolgono funzioni esecutive di calcolo - sia, per quanto riguarda in particolare l'emisfero sinistro, con le aree che processano il linguaggio (area di Vernicke, giro angolare). Il progressivo consolidamento dei rapporti con queste aree, nel cervello umano, ha consentito al mondo dei numeri, dei "quanta", di farsi anch'esso "linguaggio", e perciò strumento di narrazione del mondo.
  V.Goel
R. J. Dolan
Differential involvement of left prefrontal cortex
in inductive and deductive reasoning
Cognition, 2004, B109 -B121  
    Il "segreti" del cervello non sono tanto riposti nelle singole aree. ma nel potenziamento delle connessioni. Più il sistema diventa "uno" (intrigante richiamo .. "eleatico") e più le funzionalità del cervello si raffinano in senso più nobile. Lo studio della rete neuronale che supporta i due principali motori inferenziali della ragione - l'induzione e la deduzione - ha portato alla luce un vasto sistema che coinvolge una elevato numero di moduli (occipitali, parietali, prefrontali, fronto-temporali) sia bilateralmente che asimmetricamente, con particolare (ma mai esclusiva) concentrazione dell'attività nell'emisfero sinistro. Non è possibile riassumere in poche righe tutte le evidenze che sono emerse da questa ricerca, tuttavia si segnalano alcuni aspetti che possono assumere rilevanza sul piano linguistico-filosofico. I ragionamenti deduttivi e induttivi sfruttano in modo differenziato questo vasto sistema del logos. In particolare nel ragionamento deduttivo si nota una particolare attivazione dell'area di Broca (BA 44), la stessa che contribuisce a regolare la struttura sintattica del linguaggio. L'area di Broca si mostra dunque come una struttura di ordinamento in senso generale (syn-taxis) e perciò al servizio di ogni ordinata attività della working memory. Viceversa nel ragionamento induttivo si nota una maggiore attività a carico della corteccia prefrontale dorsolaterale, solitamente impegnata in attività di "valutazione" e "giudizio". Nell'induzione vengono infatti richieste capacità di valutare il dato empirico e di compiere sintesi sulla base dell'esperienza.

 

 

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