Rimandare o agire?

 
          di Silvia Molinari

 

 
Un curioso articolo apparso sul Corriere della Sera del 17 gennaio u.s. probabilmente è stato “terapeutico” per la maggior parte di noi. In qualche modo è riuscito a metterci in pace con il nostro senso di colpa la cui natura, spesso, deriva da una sensazione di inadeguatezza quando non riusciamo ad offrire immediate risposte e/o non adottiamo un comportamento immediatamente fattivo e risolutivo.
Titolo dell’articolo “Elogio dell’arte di procrastinare (da leggere senza fretta)”; il giornalista ne illustra i fondamenti concepiti dal filosofo di Stanford John Perry e autore del libro Art of procrastination. Il filosofo spiega la sua teoria della procrastinazione strutturata: rimandare facendo altro; questo approccio ci permetterebbe non di poltrire, come farebbe il procrastinatore comune (non sia mai!), ma di ribaltare l’ordine delle priorità: dalla risoluzione delle questioni meno importanti a quelle di maggior rilievo, temporeggiare evitando di fare ciò che si dovrebbe assolutamente fare.

“Il problema non è il problema, sostiene Perry, ma la nostra reazione al problema”. Il consiglio è far finta di niente rimandando; tale strategia, naturalmente, presuppone una certa abilità nella gestione di questa sorta di auto-inganno che, paradossalmente, ci permetterebbe di smaltire gran parte del lavoro e risolvere brillantemente la questione più urgente.

In una società dove in particolare la tecnologia ci ha abituato al “tutto subito”, che probabilità ha di sopravvivenza il procrastinatore? E’ un comportamento conciliabile? Sicuramente ne possiamo fare una metafora tramite la quale meditare sull’efficientismo contemporaneo che spesso è fonte di molto errori e gran confusione. E se “rimandare è meglio che sbagliare” (Thomas Jefferson), è possibile che, compatibilmente con il contesto, il “procrastinare strutturato” ci dia l’opportunità di pensare e riflettere un pò di più, in modo recondito, al nostro problema aumentando le probabilità di trovare buone e sagge soluzioni.

Ovviamente tutto ha un limite. John Perry ha procrastinato 17 anni la pubblicazione del suo libro! Comunque siamo poi cosi sicuri che il “tutto e subito” sia figlio di una cultura dove il rimando contrasta con l’efficienza e l’efficienza sia parente stretta di una libertà ricca di valori? Sostenerlo è perdersi nelle contraddizioni, contrastarlo un limite del pensiero. Buon riverbero, con equilibrio naturalmente...

(dalla Newsletter NOTIZIE 2013, vol. 23, n.1)

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