I Focesi sono un terzo incomodo e vengono trattati come nemico. Una battaglia navale decisiva poco al largo delle coste della città nuova Alalia li vede perdenti. Così di nuovo ed ancora frettolosamente devono riprendere il mare, ancora una volta portando tutto con sé. Scendono lungo le coste dell'Italia tirrenica, immagino esplorandole alla ricerca di un luogo nuovo dove ritentare la sorte di una nuova fondazione. L'incontro si verifica nel sud della Campania, quando deve essere apparso come un miraggio un luogo disegnato apposta per fondare una città: un’altura scoscesa su due fianchi aggetta fino al mare, luogo ideale per una acropoli, e sui due lati si estende una piccola, ma fertile pianura solcata da due piccoli fiumi che sfociano nel mare, lambendo i lati della rocca pietrosa. La città questa volta prende radici e fiorisce. Si chiama Elea e rappresenterà un punto focale dello sviluppo della cultura non solo della Grecia, ma di tutti noi. Il coraggio e la fantasia dei Focesi generano l'arditezza delle menti di Zenone, l'artista del paradosso, la provocazione di Achille che non raggiungerà mai la tartaruga, e Parmenide, ispiratore di Platone con il suo oscuro essere indefinibile, forse eco di una visitazione della cultura vedica, misterioso, inquietante.
Oggi Elea ha il fascino di uno scavo recente, dal terreno emergono frammenti di cocci e me ne sono riempito le tasche. Sull'acropoli la fondazione del tempio greco supporta una torre medievale, all'ingresso della città resiste una porta bellissima: la porta Rosa. Il paesaggio è incontaminato. L'ho visitata spesso ed il mio incontro più straordinario è stato con una piccola rana di colore rosso sangue che stava ferma su una pietra delle mura senza paura. Forse era un dio travestito.